La Corte di Giustizia europea conferma: i passeggeri di voli che subiscono ritardi superiori alle tre ore possono avere una compensazione pecuniaria. La stessa Corte ha inoltre respinto le istanze delle compagnie aeree interessate, che volevano limitare l'efficacia temporale della sentenza oggi pronunciata, ritenendo non fondate le richieste di compensazione pecuniaria di passeggeri relative a voli ritardati risalenti a prima della data di pronuncia della presente sentenza (tranne che per passeggeri che hanno già promosso un'azione giudiziaria in questo senso). La Corte ha però risposto che non occorre limitare nel tempo l'efficacia della sentenza resa oggi. 

In questa occasione (sentenza nelle cause riunite C 581/10 Nelson e a. / Deutsche Lufthansa AG e C 629/10 TUI Travel e a. Civil Aviation Authority) gli eurogiudici hanno stabilito - nel solco di altre decisioni dello stesso tenore, in particolare della sentenza Sturgeon del 19 novembre 2009, cause C 402/07 e C 432/07 - che, quando i passeggeri raggiungono la loro destinazione finale tre ore o più dopo l'orario di arrivo originariamente previsto, possono chiedere alla compagnia aerea una compensazione forfettaria, salvo che il ritardo non sia dovuto a circostanze eccezionali. 

Nel comunicato stampa con cui si dà notizia della decisione, la Corte Ue ricorda che il diritto dell'Unione prevede che, in caso di cancellazione del loro volo, i passeggeri possano ricevere «una compensazione forfettaria di importo compreso tra 250 e 600 euro. Nella sentenza Sturgeon la Corte di giustizia ha considerato che i passeggeri di voli ritardati possono essere assimilati ai passeggeri di voli cancellati per quanto riguarda il loro diritto ad una compensazione pecuniaria. La Corte ha così dichiarato che se essi raggiungono la loro destinazione finale tre ore o più dopo l'orario di arrivo originariamente previsto, possono chiedere alla compagnia aerea una compensazione forfettaria, salvo che il ritardo non sia dovuto a circostanze eccezionali». 

I casi esaminati dalla Corte 
Questa la ricostruzione dei casi esaminati, sempre secondo quanto diffuso dai giudici comunitari. L'Amtsgericht Köln (Tribunale distrettuale di Colonia, Germania) e la High Court of Justice (Regno Unito) hanno chiesto di precisare la portata della sentenza Sturgeon. In particolare: 

- nella prima causa (C 581/10), il giudice tedesco deve risolvere una controversia tra alcuni passeggeri e la compagnia aerea Lufthansa in merito a un ritardo del loro volo superiore a 24 ore rispetto all'orario originariamente previsto; 

- nella seconda causa (C 629/10), la TUI Travel, la British Airways, la easyJet Airline nonché l'International Air Transport Association (associazione internazionale per il trasporto aereo - IATA) hanno adito la giustizia del Regno Unito in seguito al diniego, da parte da parte della Civil Aviation Authority (autorità per l'aviazione civile), di accogliere la loro richiesta di non imporre loro l'obbligo di risarcire i passeggeri di voli ritardati. Questa autorità indipendente, incaricata di garantire il rispetto della normativa aerea nel Regno Unito, aveva dichiarato di essere vincolata dalla sentenza Sturgeon. 

Avv. Alessandro Calò

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